In questi casi è raccomandabile consultare il pediatra per individuare la migliore strategia per alimentare il bambino tramite sostituti del latte materno.
Il bambino allattato con il biberon può comunque sperimentare il contatto intimo e intenso con la madre, se tenuto a contatto della pelle vicino al seno. Il piccolo percepirà il calore e l'odore della pelle della mamma e sentirà il battito del cuore che lui già conosce bene.
Il momento della poppata è un'esperienza di determinante importanza per i vissuti sensoriali ed emozionali del bambino, fondamentali per l'immagine di se stesso e del mondo esterno. L'attenzione, la calma, la tenerezza, le parole e lo sguardo della mamma che accompagnano questo gesto ne determinano il valore e il significato per il bambino, come modello di un primo modo di relazionarsi con gli altri.
Ecco qualche suggerimento per gestire al meglio l’allattamento al seno:
L'espressione allattamento a richiesta suggerisce un “fare secondo natura e istinto”, senza seguire tempi prefissati.
Il neonato segnala con il pianto di avere fame, ma essendo questo il suo unico linguaggio, lo usa anche per segnalare altri bisogni: caldo, freddo, troppa luce o rumore, bisogno di coccole e, cosa molto importante, anche il bisogno di succhiare (succhiare è un riflesso e una modalità per rilassarsi che va soddisfatta: offrite quindi al neonato il ciuccio, ma mai con miele o zucchero!). Tenete quindi presente che non sempre il pianto o l'atteggiare le labbra alla suzione esprime una richiesta di cibo.
Nelle prime settimane di vita, le dimensioni ridotte dello stomaco del neonato fanno sì che le poppate siano frequenti, tra le 8 e le 12 al giorno.
Per calcolare l’intervallo che è opportuno far passare tra una poppata e l’altra, è utile sapere che un pasto di latte, in quantità giusta per la sua età e il suo peso, necessita di un tempo di digestione che va dalle 2 ore per il neonato, via via allungandosi a 3-4 ore dopo le prime settimane, ad allattamento ben avviato. Passato questo tempo lo stomaco è vuoto, il seno ha avuto tempo di produrre latte in quantità soddisfacente, il piccolo è affamato quindi poppa con più vigore, prende più latte e ne stimola maggiormente la produzione: si instaura così un circolo virtuoso.
Ovviamente tutto deve avvenire nell'osservazione del singolo neonato, nella flessibilità di situazioni diverse, nella variabilità quotidiana, soprattutto durante le prime settimane.
Nei primi due mesi, la maggior parte dei neonati distribuisce la sua giornata alimentare sulle 24 ore, senza alcuna differenza tra giorno e notte. Poi, in conseguenza all'esperienza dell'alternarsi della luce con il buio e con il veloce aumento del peso, il bambino comincia ad allungare l'intervallo tra i pasti, collocando un periodo di sonno più lungo verso la sera o la notte.
È bene fare in modo che l'intervallo più lungo tra le poppate si collochi dalle ore 24 in poi. Aiuterete così il riposo della mamma e di tutta la famiglia.
Quando non è possibile dare il latte materno, il neonato crescerà ugualmente bene e sano, grazie al latte di formula con il biberon.
L'allattamento al seno finisce quando il bambino lascia andare spontaneamente il capezzolo.
A volte i bambini si saziano succhiando da un solo seno, altre volte hanno bisogno di entrambi. Prima di cambiare lato, è consigliabile aspettare che il neonato svuoti la mammella, dal momento che l'ultimo latte è quello più nutriente e saziante, perché ricco di grassi, al contrario del primo, più acquoso, e dunque più idratante e utile per placare la sete.
Come capire se l'allattamento va bene?
Per verificare se il bambino sia attaccato bene e l’allattamento stia avvenendo in modo efficace è sufficiente prestare attenzione ai seguenti dettagli:
La bocca del bambino è aperta e il seno la “riempie”
Il mento arriva a sfiorare il seno
La lingua del bimbo è poggiata sul seno e il labbro inferiore è rivolto verso l’esterno
È più facile scorgere l’areola al di sopra del labbro superiore che al di sotto di quello inferiore
Durante l’allattamento il bambino alterna suzioni brevi a movimenti più lunghi, intervallati da pause; le sue guance sono piene ed è possibile ascoltarlo deglutire
Quanto deve durare l’allattamento al seno?
Il latte è l'alimento fondamentale nei primi 6 mesi di vita, poi il lattante per crescere bene ha bisogno di altri nutrienti di cui il latte è carente.
La maggior parte dei lattanti di 7-8 mesi mangia 2 pappe e riduce i pasti di latte a 2-3 volte al giorno (mattino, merenda e prima del sonno notturno). Se questo risponde ai bisogni della crescita fisica , dal punto di vista psicologico quali sono i bisogni del lattante?
Se l'allattamento al seno è esperienza di intimità, modello di relazione, di vissuti emozionali determinanti per l'immagine che il bambino forma di se stesso, invece il lattante nel secondo semestre di vita, ha forti spinte verso l'autonomia e l'indipendenza; impara a strisciare, gattonare e poi a camminare, ovvero “si allontana” dal corpo della mamma per esplorare il mondo: i genitori devono accogliere con gioia e favorire questi progressi straordinari.
Intorno all'anno, può essere l'età giusta in cui cessare l'allattamento al seno: sarà l'attenzione del genitore al proprio bambino, la conoscenza del suo carattere e dei suoi bisogni specifici, la calma e la flessibilità in seguito alle sue reazioni, a far capire qual è il momento più adatto